Non solo cloud: le telecomunicazioni viaggiano anche sott’acqua

In un mondo sempre più wireless, il cuore delle telecomunicazioni non è soltanto “tra le nuvole”, ma è affidato anche a cavi che collegano un continente all’altro attraverso gli oceani e permettono a miliardi di persone di essere connessi tra loro per lavoro o semplicemente per svago.

Il primo cavo sottomarino è stato posato nel 1858 e collegava gli Stati Uniti alla Gran Bretagna: per celebrare l’evento, la regina Vittoria inviò un telegramma al presidente James Buchanan, a Washington e il messaggio arrivò dopo 16 ore tempo record per un’epoca in cui gli scambi di comunicazione avvenivano per posta ordinaria. Oggi sono operativi ben circa 900.000 km di cavi.

Sviluppare e posare questi cavi richiede l’investimento di risorse elevate, sia in termini di costi che di tempo, per questo gli operatori per le telecomunicazioni hanno da sempre lavorato in consorzio. Da qualche anno, però, Google è riuscito ad opera in autonomia: la sua ultima operazione collega gli Stati Uniti al Cile. Il cavo si chiama Courie, è lungo 10.500 km e può trasferire 72 TB di dati al secondo e la nuova via di comunicazione sarà operativa dalla seconda metà del 2020.

Come si costruisce il cavo? La vita dei cavi oceanici inizia in fabbriche specializzate, in cui centinaia di fibre ottiche più sottili di un capello vengono avvolte in fasci grandi quanto un tubo da giardino e ricoperti con vari strati di plastica e leghe metalliche per proteggerli dagli agenti esterni. I cavi devono resistere all’erosione, allo sfregamento sulle rocce e sul fondo provocato dalle correnti oceaniche, ai terremoti e alle interferenze elettromagnetiche per almeno 25 anni. Il cavo viene caricato sulla nave posacavi e l’operazione di posa dura quattro settimane, per evitare nodi o attorcigliamenti. Il cavo viene interrato sotto al fondale con uno speciale aratro. Se le condizioni del mare diventano proibitive, viene tranciato e il moncone assicurato a una boa. Bisognerà aspettare che il meteo migliori per recuperare il cavo e riprendere le operazioni di posa.

Dal 2018 sono operativi altri due cavi oltre Curie: Dunant, che attraversa l’Atlantico dalle coste della Virginia fino alla Francia, e Equiano, che collega il Portogallo al Sudafrica.

Fonte Focus.it

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